Consapevolezza

Di solito la domenica sera amo restare solo a seguire trasmissioni sportive, guardando e riguardando gli episodi della giornata calcistica. Sia ben inteso, non sono un calciofilo vero e proprio, ma quello della domenica sera è un rito che non ho mai abbandonato.

Ieri sera, invece, ho atteso le 23 per conoscere il risultato del referendum: nonostante fosse già matura la consapevolezza che non avremmo raggiunto il quorum, volevo sapere in quanti avessero votato.

Oggi per me e la mia famiglia è stata una giornata dedicata al mare; prima a votare e poi in spiaggia a prendere il sole e lasciarsi entrare lo iodio per aiutare la pulizia dal corpo dell’aria viziata del chiuso dell’inverno.

Ieri sera però ci son rimasto male. Per quello che ho sentito in televisione, per il commento del nostro premier, perché in fin dei conti ci speravo che ce l’avremmo fatta.

Forse è vero, non avrebbe cambiato nulla nella sostanza – i politici hanno una capacità di dominare le situazioni che non è certo un quesito di un referendum a creargli problemi – ma la partecipazione credo sia il termometro della democrazia.

Prima è rabbia, non posso nasconderlo. Rabbia per il meccanismo perverso che consente questa vigliaccheria nei confronti di chi vuole esprimersi nell’unico momento in cui la democrazia ti consente di farlo.

Rabbia perché l’hanno avuta vinta sempre loro: quelli che pensano che non si possa cambiare nulla.

Rabbia per chi ti ha snobbato.

Per tutti quelli che ti hanno risposto male, per chi ti ha guardato con pressappochismo.

Weary inside, now our heart’s lost forever, 
Can’t replace the fear, or the thrill of the chase, 
Each ritual showed up the door for our wanderings, 
Open then shut, then slammed in our face. 

Where have they been? 

Where have they been?

(Stanchi dentro, adesso i nostri cuori sono persi per sempre
Non possiamo rimpiazzare la paura, o il brivido dell’’inseguimento
Ogni rituale ha svelato la porta per i nostri vaneggiamenti
Apriamo poi chiudiamo, e poi ci ritroviamo la porta sbattuta in faccia.

Dove sono stati?

Dove sono stati?)

Dopo è consapevolezza: non è tutto sbagliato, occorre solo comprendere le diffidenze, le paure, la sconfitta degli altri. E proprio per questo perseverare e non lasciare ai tuoi veri nemici in bottino la tua resa.

E cercare di portare dalla tua parte chi ti sembra nemico solo perché reagisce diversamente alla stessa offesa.

A Ian Curtis

7 risposte a “Consapevolezza”

  1. Concordo su tutto. il mio più enorme cruccio sono gli ignari, quelli che ignorano che la responsabilità è sempre del singolo individuo, quelli indifferenti ,disinteressati , quelli che non vanno al di là del proprio naso ma poi si lamentano per sentito dire, quelli che pretendono che le cose cambino senza sapere e senza far nulla.

    1. Ma non dobbiamo lasciarci andare allo sconforto, Francesca, altrimenti faremmo solo la loro stessa fine … e poi? Chi resterebbe a provarci?

  2. Condivido ogni parola. Rabbia e tanta amarezza.

    1. Rabbia e amarezza si, ma spero che la risposta possa trovarsi in un nuovo modo di affrontare la questione.

      1. Sono poco ottimista in questo senso, ma voglio sperare anche io!

  3. Questo popolo è stanco di essere sempre preso per i fondelli
    Ma occorre dire che è anche un popolo dalla Coscienza annacquata da tanti anni di Ignoranza, Disonestà, Furbate, Raccomadazioni e Cialtronerie politiche

    Io sono andata a votare già certa del risultato; non perché sia una veggente Semplicemente perché la gente era poco informata,informata male e soprattutto menefreghista

    Comunque, la rabbia produce ben poco se la stroria è sempre negativamente ripetitiva

    Vorrei tanto vedere governare il M.5 Stelle per dire: ” finalmente gente che predica bene e razzola bene ?”

    Chissà come sarebbe l’ Italia senza Italiani ( me compresa)

    Un abbraccione
    Mistral

    1. Ciao Mistral, bentornata!

      nel mio articolo però, ho voluto anche esprimere una nuova consapevolezza.
      Quella di lasciare da parte la rabbia e tentare di comprendere, non assecondare intendiamoci, le ragioni del disinteresse: paura, resa?

      Sul M5S non mi esprimo, come sul PD e tutti gli altri. Non perché abbia reticenze sul dare giudizi sulla politica, ma perché credo occorra lasciare andare libero il pensiero per capire come affrontare questo vuoto di democrazia per poi scegliere o, magari, diventare noi stessi fautori di una possibile alternativa. Chissà!

      Guido

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